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  • Essere La Viarte: qui anche il bosco fa il contadino

    Pubblicato sul Corriere della Sera del 9 aprile 2018 a pg. 12 dell’inserto Corriere Imprese Nord Est.

    “Prepotto sta lungo la valle del Judrio, il fiume che per un lungo tratto segna il confine con la Slovenia. Una vallata molto stretta e montuosa a nord, che incanala i venti freschi e asciutti provenienti dai Balcani, venti che contrastano, naturalmente, l’aggressività delle malattie fungine. Su una di queste colline ha sede La Viarte (primavera in friulano), una piccola azienda vinicola circondata da vigneti a un’altitudine tra 80 e 180 metri. Qui l’escursione termica favorisce la salute delle piante e il corredo aromatico delle uve.

    La Viarte produce solo 120 mila bottiglie l’anno ma i suoi sono vini di particolare qualità, dal Friulano allo Schioppettino di Prepotto, dallo Chardonnay al Sauvignon Liende al Tazzelenghe, un vino raro, ottenuto da uve a bassissima resa, tanto da poterne ricavare solo 3 mila bottiglie, che costituiscono una vera «chicca».

    Dal 2012 la proprietà dell’azienda è nelle mani di Alberto Piovan, un veneto innamorato del Friuli, che ha cercato di migliorare la produzione e l’immagine e, per certi aspetti, anche la qualità, visto che la produzione dei suoi vini passerà, già da quest’anno, a 160 mila bottiglie ed entro il 2020 raddoppierà, mantenendo comunque l’eccellenza qualitativa.

    «I nostri obiettivi – spiega Piovan – sono principalmente due. Il primo è mantenere l’eccezionalità dei nostri vini. Non ci interessa diventare “grandi”, preferiamo rimanere un’azienda di nicchia, pur cercando di crescere. Proprio questo è il nostro secondo traguardo: allargare la nostra presenza all’estero, portando l’attuale 40% di vendite al 60%. Siamo indirizzati verso l’America del Nord, il Brasile e alcuni Paesi asiatici ad iniziare dalle Filippine. Questo perché il mercato italiano, pur restando a un buon livello, soffre dei soliti cronici ritardi nei pagamenti, potenzialmente letali per un’azienda di piccole dimensioni. Fatturiamo un milione di euro, abbiamo solo 9 dipendenti e questo conferma che lavoriamo sulla qualità, non certo sulla quantità, anche se, lo ammetto, sono alla ricerca di acquisire altri vigneti di collina vicini all’azienda, con un’esposizione climatica perfetta».

    A La Viarte sin dalla nascita hanno deciso di mantenere intatto il territorio circostante per non alterarne gli equilibri, rispettarne la vita e per coinvolgerlo attivamente nel lavoro quotidiano. «I 12 ettari di bosco che circondano i 22 occupati dai vigneti – dice ancora Piovan – sono diventati il nostro contadino più capace e ricco di esperienza. Il nostro vino nasce dal rispetto per la ponca, la nostra terra che compie tra i 38 e i 58 milioni di anni. Ha origine dalla cura per i vitigni autoctoni che millenni crescono nei colli orientali del Friuli, una zona collinare caratterizzata appunto dalla ponca, un terreno marnoso-arenaceo particolarmente adatto alla coltivazione delle vigne». A La Viarte seguono scrupolosamente il programma europeo finalizzato alla riduzione drastica dell’uso di fitofarmaci e concimi in agricoltura. Tutti i prodotti utilizzati per garantire la salute delle vigne e l’equilibrio strutturale del vino, sono i più ecologici al mondo. Il diserbo chimico è stato sostituito da interventi meccanici, favorendo la biodiversità di tutto l’ecosistema vigneto, dalla macrofauna ai microorganismi del suolo. «Le splendide fioriture dei trifogli, della veccia, della senape e del pisello attirano nei vigneti numerose api, indicatrici dell’alta qualità dell’ambiente. Non mancano applicazioni innovative per la gestione razionale delle concimazioni organiche, eseguite tramite sensori a infrarossi che leggono la vigoria delle piante e permettono di impostare quantità diverse solo e dove è necessario».